Un nuova centenaria a Lauria: Rosa Giacoia in D’Orsi

Familiari ed amici hanno festeggiato i primi 100 anni della signora Rosa Giacoia. Con il suo marito Aniello D’Orsi, erano un coppia molto conosciuta e stimata a Lauria. Questa famiglia ha contribuito a valorizzare la tradizione popolare locale.

 LA BELLA LETTERA DI ROSSANA D’ORSI NIPOTE DI NONNA ROSA

Classe 1924, hai assistito ai cambiamenti di un’era, sotto i tuoi occhi il mondo ha preso nuove forme e sembianze, ma tu sei rimasta ben radicata ai valori semplici, quei principi sempre uguali a se stessi e immutabili nel tempo: i sacri valori dell’umiltà, dell’armonia e della pace in famiglia.

Quando l’Italia era provata dal II conflitto mondiale, tu eri una ragazzina, eppure racconti di non aver sofferto né la guerra né la fame, altra piaga dell’epoca, perché a Cogliandrino dove vivevi, al massimo si poteva sentire il suono di qualche apparecchio, aereo che sorvolava il cielo in lontananza e si viveva dei prodotti che dava il lavoro della terra, il grano c’era quindi anche la farina e il pane. Eppure una conseguenza di quell’atroce conflitto comunque coinvolse la tua vita: il 7 settembre 1943 quando le bombe caddero su Lauria morì anche Domenica Iannini, in seguito suo figlio rimasto senza casa si rifugiò a Cogliandrino: è così che incontrasti il tuo futuro marito: Aniello D’Orsi con il quale ti sposasti il 31 ottobre 1945. Avevi 21 anni racconti sempre che per i tempi eri “una vecchia restata” visto che era considerata una età già matura o addirittura tardiva per prendere marito.

L’anno successivo nacque Domenica, ma purtroppo all’ottavo mese la mietitura provocò un parto anticipato e per quella bambina non ci fu nulla da fare.

Dopo 4 anni nacque Enzo, poi Antonio, poi Luciano, poi Mario, quattro figli maschi, i primi nipoti anche erano maschi, poi fu il mio turno e mi raccontavi sempre che dicesti: “controllatila bona se è veramente fimmina”.

Eppure quando ti chiedevo: “rimpiangi mai quella prima figlia femmina”, tu mi rispondevi: “io sono felice così” e anche qui c’è un importante insegnamento: la felicità che non sta nell’accontentarsi, ma nell’apprezzare quello che si ha senza desiderare altro”.

Quando ti chiedevamo: “nonna sei contenta?”, tu rispondevi sempre: “contentissima!”

Nonno Aniello certamente ha rallegrato la tua vita per 47 anni di matrimonio: aveva un’osteria e come ricorda zio Enzo: “era più la perditache il guadagno” visto che erano tutti amici e tra una tarantella, la sua tarantella lauriota, e un buon bicchiere di vino, non sempre si pagava. Anche nonna Rosa la portò avanti per un po’ di tempo. Infatti ti sei sempre data da fare per aiutare economicamente, hai fatto come si direbbe oggi la donna delle pulizie, la tata,

 

 

la baby sitter, hai lavorato al Convitto D’Alessandro, e quanto veniva fuori per arrotondare e arrangiarsi.

Sul tuo divano nei tempi migliori c’erano sempre tanti gomitoli di lana perché tu sapevi lavorare ai ferri la lana e nelle case di tutti noi conserviamo gelosamente le tue babucce. Per questo certamente, oltre la manualità ci voleva una vista fine, quella che negli anni ti ha dato vari problemi e poi abbandonato.

Nonna Rosa, o zia Rosina: una donna piccolina nell’aspetto, ma dal cuore grande e buono, le tue qualità umane sono, infatti, riconosciute e ricordate da tutti.

Soprattutto nel tuo quartiere, il Cafaro, tu eri un’icona, perché tu lo vivevi quel quartiere tra i più storici di Lauria applicando quei principi di un tempo passato in cui il vicinanzo era famiglia, le vicine le cummari e tu con Maria e Teresa parlavi ore e ore, ogni giorno e vi facevate reciprocamente compagnia.

I tuoi insegnamenti sono stati semplici, ma allo stesso tempo basilari, essenziali, sostanziali per questo sempre validi e di questo noi ne faremo tesoro. Tra tutti mi piace ricordare quello che ripetevi più spesso: la pace in famiglia è la prima cosa.

Sei una donna che non ha voluto pesare su nessuno, non pretendevi mai, anche se più avremmo potuto verso di te in termini di presenza. Qualunque gesto anche solo una chiamata la ringraziavi e apprezzavi con felicità e riconoscenza.

Del resto sei stata sempre autonoma e indipendente, almeno finchè hai potuto, avevi più di 80 anni e dicevi che andavi a guardare una vecchiarella che era una signora più piccola di te.

Come ogni nonna sei stata da collante e hai creato un appuntamento che è diventato per noi una istituzione e una tradizione da festeggiare e onorare ogni anno: il 23 agosto, Santa Rosa, il tuo, il nostro onomastico è un giorno che vuol dire per noi unione, vuol dire per noi stare insieme per fare tante belle cose anche queste che si sono ripetute sempre uguali come un rito, che a noi piaceva tantissimo, ogni anno finché hai potuto. Ora noi continueremo in altro

modo a santificare questa ricorrenza perché anno dopo anno si è annidata nei nostri cuori e ormai Santa Rosa vuol dire TE.

Questo giorno di festa ci riempie il cuore di grazia perché il Signore ci ha concesso di vivere questa gioia più unica che rara e noi ne siamo grati e felici.

Ringraziamo il Signore per questo dono, ringraziamo il Signore per avere te e concludiamo ringraziando anche te per il tuo esempio.

Con immenso affetto e infinito amore.

I nostri più cari auguri per questi meravigliosi e straordinari 100 anni.

                                                       

ROSSANA D’ORSI

 

Lauria, 24 Ottobre 2024

 

 

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