Manuel Chiappetta: Maratea deve ritrovare coraggio e progettualità

A due anni dalla presentazione del manifesto programmatico di Prospettiva Maratea e ad un anno dalla campagna elettorale per le Comunali,Manuel Chiappetta fa il punto sulla situazione politico amministrativa di Maratea.

Trattati in un video messaggio le tematiche che hanno tenuto banco in campagna elettorale e le questioni importanti del momento: Insediamento artigianale, comitati di frazione, frana di Castrocucco, strumenti urbanistici, Area marina protetta, portualità ecc.

“Questa mia voglia di comunicare è come al solito mossa dalla certezza che la crescita sociale e culturale della nostra comunità passa per la pluralità delle opinioni e dal coraggio di esporle.

Per cominciare credo che l’amministrazione Comunale dovrebbe immediatamente attivarsi per la lottizzazione dell’ex fabbrica della Colla, consentendo a chi ha interesse di insediare la propria attività artigianale o semi industriale, di manifestare le proprie intenzioni.

La necessità di avvicinare la Comunità alla cosa pubblica promuovendo l’interesse intorno alla costituzione dei comitati di frazione, non può rimanere un argomento di pura campagna elettorale. La voce delle frazioni deve essere Istituzionalizzata e garantita.

Attraversare altri cinque anni senza programmare le attività per l’aggiornamento e la redazione dei piani urbanistici sarebbe imperdonabile.

Quando presentammo il Manifesto programmatico di Prospettiva Maratea furono definiti argomenti prioritari l’istituzione dell’Area marina protetta e lo sviluppo dell’Infrastruttura portuale, oggi abbiamo la certezza che quella visione era quella giusta, infatti l’amministrazione Comunale attuale si sta confrontando forzatamente proprio con queste priorità.

Per la nuova governance portuale ormai l’occasione è sfumata, cercherò di essere chiaro, il Comune di Maratea aveva l’occasione storica di costruire una Società di gestione mista, con Comune e Regione nella parte pubblica e tutti noi operatori del settore nelle quote private.

Il Porto sarebbe stato gestito da un’amministrazione istituzionale e tecnica, così da unire una visione di programmazione politica infrastrutturale a un percorso gestionale produttivo e concreto.

La società avrebbe candidato, alla procedura di concessione Regionale chiusa il sette di aprile, un progetto virtuoso con investimenti strutturali e con un piano occupazionale importante, con la produzione di almeno 30 posti di lavoro.

E’andata diversamente, i privati hanno candidatoalcuni progetti molto interessantia riprova che i tempi erano maturi, il Comune ha partecipato non si sa bene con quali obbiettivi e in considerazione delle stringenti linee guida per l’ammissibilità dei progetti, non si capisce con quali contenuti tecnici.

In sintesi il Porto sarà affidato ad un’azienda privata che dovrà impegnarsi al massimo per garantire l’interesse pubblico che è fondamentale per lo sviluppo virtuoso dell’unico porto Statale di Basilicata.

Per l’Area marina protetta il discorso è molto diverso, i tempi per la costruzione di un percorso veramente condiviso ci sono.

Non abbiamo bisogno di improvvisare, possiamo lavorare per una maggiore concertazione di comunità, anche perché la voce scettica si è trasformata, a riprova che anche su questo tema il Popolo è maturo, ma sarà opportuno garantire tutti, anche gli scettici.

Nessuna forzatura deve essere attuata, non abbiamo fretta anzi è il momento del confronto anche forte, dobbiamo costruire una perimetrazione e un regolamento corretto per gli usi del mare e per le necessità di conservazione, non squilibrando la garanzia degli interessi.

Nessuna arroganza deve prevalere nelle decisioni, specialmente sul modello di governance, anche perché la norma è chiara, l’intesa tra Regione e Comune deve essere completa, pena lo stallo delle procedure.

Sulla frana di Castrocucco io ho sempre affermato che il commissariamento dell’emergenza non doveva essere accettato dai Sindaci di Maratea, essi dovevano essere garanti di una pressione civile per l’accorciamento delle tempistiche degli interventi.

Abbiamo, invece, fatto parte del rallentamento senza poterci unire in una lotta di Comunità, tutti sapevamo che tra ANAS, MINISTERO e REGIONE avremmo solo avuto passerelle e promesse, quindi, monchi della rappresentanza locale, non abbiamo potuto essere forti nella lotta.

Risultato che dopo più di due annil’emergenza è finita, ancora veniamo illusi da “deleghe di potere”, il by-pass è ancora a meno della metà dell’opera, la galleria non èpervenuta, la riapertura dell’SS18 è sempre condizionata dalle risorse economiche utilizzabili.

Maratea è all’inizio di un periodo di transizione e di incertezza, chi ha vinto le elezioni deve governare per almeno cinque anni e deve necessariamente dimostrare di essere garante dell’intera Comunità e non di gruppi particolari, parole d’ordine ascolto e umiltà.

 

 

 

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