Qualche settimana fa, sulla scorta dell’allarme lanciato da sindacati e lavoratori, ho sollevato il tema delle enormi difficoltà che stanno affrontando le aziende della Valbasento, molte delle quali hanno dovuto sospendere la produzione per l’impossibilità di far funzionare gli impianti a causa del deficit nelle forniture di acqua, mentre altre ricorrono ancora a sistemi alternativi di approvvigionamento idrico. Il problema c’è ed è ormai atavico: la zona industriale della Valbasento, in particolare quella di Pisticci Scalo, non ha reti idriche adeguate alle esigenze degli insediamenti industriali attivi, perché attinge acqua mediante una derivazione del fiume Basento e, dal 2023, attraverso un collegamento alla rete irrigua realizzato dal Consorzio di bonifica.
Ho posto, quindi, al governo regionale precisi interrogativi: quali azioni si stessero intraprendendo per scongiurare l’interruzione delle produzioni e tutelare i lavoratori, quali gli interventi strutturali programmati per dotare la Valbasento di infrastrutture idriche adeguate, anche in prospettiva dei nuovi insediamenti industriali annunciati.
Non si è fatta attendere molto la risposta dell’assessore Cupparo, cui va riconosciuto il fatto che non si sottrae al confronto, ma le soluzioni sembrano ancora lontane: sono state realizzate prese emergenziali sul Basento all’altezza di Tecnoparco (ricorda anche l’assessore che vige un’ordinanza sindacale che vieta l’attingimento di acqua dal fiume, ma sul punto si preferisce polemizzare anziché operare una concreta valutazione circa la permanenza dei presupposti su cui è fondata), un ulteriore volume di acqua è stato prelevato dal Sinni mediante accordo con la Puglia, ma anche queste soluzioni non si sono rivelate efficaci perché le condotte idriche dell’area industriale non hanno un diametro sufficiente a garantire corretti apporti idrici.
La soluzione in grado di stabilizzare l’approvvigionamento idrico dell’area industriale consisterebbe, invece, nella realizzazione di una condotta in grado di addurre acqua, tramite una vasca del Consorzio di bonifica, con derivazione diretta dalla Canna del Sinni. Tuttavia questa soluzione è ancora tutta da progettare, persino i 10 milioni di euro necessari per la sua realizzazione “si stanno ancora cercando”. Evidentemente l’area industriale della Valbasento non è stata inserita tra le priorità nella programmazione dei fondi PNRR di cui, solo qualche settimana fa, in commissione, l’assessore alle infrastrutture snocciolava i progetti candidati e finanziati, con relativa pioggia di milioni di euro. La Valbasento dovrà ancora aspettare e con essa tutte le imprese che continuano a fornirsi di acqua con autobotti pur di non sospendere la produzione o che sono state costrette addirittura a fermarsi per l’impossibilità di lavorare senza flussi costanti di acqua.
L’unica nota positiva registrabile è che sono stati stanziati 260.000 euro per l’adeguamento delle condotte dell’area industriale, finalizzati ad aumentarne la capacità di portata, intervento tardivo ma sicuramente un primo passo necessario per adeguare l’infrastruttura idrica dell’area industriale.
Come rappresentante di questo territorio continuerò ad esercitare un ruolo di controllo costante, ritenendo comunque positivo il confronto aperto con il governo regionale in seguito alla mia interrogazione, perché credo fortemente nelle possibilità di rilancio di un’area, come la Valbasento, che già in passato è stata motore economico della regione e che, ricadendo anche nella ZES jonica, deve necessariamente essere messa in condizione di rendersi attrattiva per i nuovi investimenti, come la cartiera di cui è stato annunciato il prossimo insediamento.
Viviana Verri (Consigliera regionale M5S Basilicata)