Acquedotto del Sud: le posizioni di M5S e Avs

La lettera di richiesta di Decollanz, apparsa oggi sui giornali, evidenzia una situazione paradossale e solleva importanti interrogativi sull’atteggiamento del presidente di Acquedotto del Sud.

La proposta di richiedere una fideiussione ai cittadini lucani per l’utilizzo della loro stessa risorsa idrica appare singolare e provocatoria.

Tale gesto è percepito come un atto di arroganza istituzionale, aggravato dal contesto: oltre 140.000 cittadini potrebbero essere rimasti improvvisamente senza acqua, e le responsabilità di questo disservizio, qualora accertate, potrebbero ricadere proprio sulla nuova società istituita dal Governo Meloni. Il tutto è attualmente oggetto di verifiche da parte degli enti competenti, ma ciò non giustifica una richiesta che mette ulteriormente a dura prova la dignità dei lucani.

AVS-M5S anche dopo l’interrogazione parlamentare, richiamano con forza all’orgoglio e alla dignità della comunità lucana, ribadendo l’urgenza di una reazione collettiva. È fondamentale che, al di là delle appartenenze politiche, si faccia fronte comune contro una richiesta inaccettabile e lesiva degli interessi dei cittadini.

Non può passare inosservata la responsabilità attribuibile alla componente lucana del Consiglio di Amministrazione di Acquedotto del Sud, nonché a coloro che hanno contribuito alla sua nomina.

Anche da parte della Giunta regionale, ci si aspetterebbe una difesa degli interessi della Basilicata, ma al contrario sembra emergere una governance disattenta, che non solo lascia a secco i rubinetti lucani ma, presumibilmente, si prepara a cedere quote societarie a privati quotati in borsa. Tale operazione, se confermata, andrebbe a rappresentare esclusivamente gli interessi di soggetti privati, esautorando ulteriormente la Basilicata dalla gestione delle proprie risorse.

“Al peggio non c’è mai fine”, rispecchia una sfiducia crescente verso le istituzioni e la gestione di un bene fondamentale come l’acqua, diritto sancito dal referendum popolare. È necessario riaffermare il principio che le risorse idriche devono essere gestite nel rispetto della volontà popolare e della tutela della collettività.

Noi aspetteremo gli esiti delle indagini, ma contestualmente valuteremo se ci saranno le condizioni per avviare una class action.

 

 

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