Quel tanto decantato ritorno alla bellezza recitato in tutte le salse dall’amministrazione di centrodestra di Melfi, a distanza di tre anni, si è rivelato un repentino salto all’indietro: e il peggiore arretramento si è registrato, segnatamente, proprio sul piano culturale.
Oltre al consolidamento di talune ditte, buone per tutte le stagioni, l’amministrazione è riuscita a mantenere chiuso un cinema e un teatro; a mantenere inaccessibile l’unica biblioteca della città; a non destinare spazi alle associazioni del territorio (che pure svolgono un lavoro meritorio, surrogando le tante mancanze dell’amministrazione) e a non disporre di una sala da destinare a convegni e congressi.
Come si fa a incardinare il ritorno alla bellezza sulla cultura se mancano, fisicamente, i luoghi in cui e attraverso cui praticare questa cultura?
Di fatto, ad oggi, a Melfi è impossibile noleggiare un libro, svolgere una ricerca, guardare un film e organizzare un convegno all’interno di una sala pubblica attrezzata. Per tutte queste ragioni, in qualità di vice-presidente della quinta commissione consiliare, ho invitato la presidente di commissione a convocare il prima possibile una riunione per discutere di ciascuno dei temi sopracitati”.