“La remuda” , un viaggio nel cuore dell’Appennino Lucano

Sono iniziate il 2 luglio luglio 2025, in Lucania, le riprese di “La Remuda”, nuovo docu-corto diretto da Enrico M. Minto e Valeria Gaudieri, prodotto da Alessandra Relmi per Arya Production, la giovane casa di produzione indipendente che coniuga cinema e impegno civile.

Il film racconta la transumanza, rito ancestrale della Lucania, attraverso gli occhi di Ivan, pastore schivo, e di Rossella, sua figlia sedicenne.
Insieme attraversano i paesaggi selvaggi dell’Appennino Lucano: un cammino fisico che diventa viaggio interiore, specchio di un legame raro, scandito da silenzi condivisi, fuochi notturni e canti lontani.

Protagonista nel ruolo di Ivan è Ivan Franěk, attore di grande sensibilità e carisma, noto per le sue interpretazioni in film come Brucio nel vento di Silvio Soldini, Noi credevamo di Mario Martone, La grande bellezza di Paolo Sorrentino e Anna di Luc Besson. Con una carriera internazionale tra Italia, Francia e Repubblica Ceca, Franěk si distingue per la sua capacità di abitare i personaggi con autenticità e intensità.

Accanto a lui, Rossella Liberatore, giovane lucana con sindrome di Down, interpreta la figlia sedicenne del protagonista. Per Rossella si tratta della sua prima esperienza davanti alla macchina da presa: una prova intensa e toccante, in cui la sua presenza naturale e spontanea dà voce a una storia di dolcezza e coraggio, lontana da ogni stereotipo.

I protagonisti non interpretano un ruolo: vivono, sentono, narrano.
La macchina da presa li segue con pudore, evitando retorica o pietismi, per restituire la forza gentile dell’autenticità e la dignità di chi spesso resta ai margini.

Le riprese si svolgono tra il Lago Sirino e il Comprensorio del Sirino, nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, Ente che finanzia l’opera per promuovere la ricchezza naturalistica e le tradizioni della pastorizia montana.

“La Remuda” indaga temi universali: passaggio generazionale, appartenenza, memoria, trasformazione.
La montagna diventa custode di storie antiche e futuri possibili; il silenzio, una lingua segreta; la transumanza, un rito iniziatico in cui ogni passo è promessa di continuità.

Il film sarà presentato nei principali Festival nazionali e internazionali dedicati a cinema ambientale, sociale e narrativo del territorio.
Con questa nuova opera, Arya Production conferma la propria rotta verso un cinema sociale e identitario, dopo lavori su violenza di genere, disturbi alimentari e imprenditoria sommersa.
Ancora una volta, lo fa con uno sguardo autentico, coraggioso e profondamente umano.

 

Donata Martina Manzolillo

 

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