Gerardo Melchionda: l’ignoranza e il potere

Stiamo vivendo una fase della vita dell’umanità dove vince chi urla, dove latita lo spirito critico, dove la competenza sembra aver un valore relativo. L’opinione pubblica sembra sempre più preferire il ring e gli spalti delle tifoserie al ragionamento pacato e di merito. Non è la prima volta che il mondo si trova ad affrontare una tale situazione ma è uno dei grossi problemi che occorre risolvere al più presto. Si tratta della nuova questione morale del nostro Paese. Oggi assistiamo a uno strapotere dell’ignoranza in tutti gli strati e i settori della nostra società. Il “partito” degli ignoranti è trasversale, è a destra come a sinistra. Ma non è solo un problema del ceto politico. L’astio verso la conoscenza è ormai culturalmente maggioritario nel Paese e impedisce la libera espressione del pensiero. Chi difende il desiderio di sapere e crede che la competenza sia un elemento fondamentale per coprire posizioni di vertice è costantemente sotto attacco. Una volta l’ignoranza era fonte di vergogna, oggi viene ostentata come se fosse un motivo di vanto. E’ esibita e diventa sinonimo di schiettezza, onestà e vicinanza con i problemi delle persone.

Per ignoranza s’intende la “non conoscenza”, il “non sapere”, l’assenza di nozioni. Esiste, tuttavia, oltre a una ignoranza primaria, quale non conoscenza per mancanza di acquisizione dell’informazione o per impossibilità di acquisire i dati necessari, una forma di ignoranza più “patologica”, secondaria perché nasce dal rifiuto della conoscenza o dalla negazione della stessa. C’è chi ignora e chi decide di ignorare!

La mia preoccupazione nasce essenzialmente dalla preoccupazione nel vedere crescere l’ignoranza secondaria, quella che deve davvero spaventare soprattutto quando domina in strutture di potere gerarchicamente rilevanti, in grado di decidere il corso della vita di molti di noi.

Quando mi riferisco al potere intendo una capacità. Parlando esclusivamente di “potere”, senza altra specificazione, mi riferisco a quell’accezione non immediatamente positiva, a quel significato negativo che spesso è sinonimo di coercizione. Psicologicamente mi riferisco a quel concetto di “POTERE” che essenzialmente viene indicato come “potere decisionale” sia nella sua accezione positiva che negativa. Il potere di scegliere, il potere di decidere! E il vero problema non è nel “potere” ma nell’uso non adeguato di tale potere, nell’ “Abuso di Potere”.

Siamo di fronte a un abuso di potere quando qualcuno (persona o ente) agisce impedendo agli altri o ad una comunità di poter esercitare la propria libertà di scelta ovvero di agire, a sua volta un potere decisionale per la propria vita e organizzazione.

Per spiegarmi meglio, prendo in considerazione il sistema Terra-Sole riportandovi al secolo in cui Copernico introduceva la sua teoria Eliocentrica e Galileo cercava di spiegare le ragioni per collocare il Sole al centro. Il “POTERE”, ovvero la capacità di convincere, era in mano a chi all’epoca rivestiva cariche decisionali dominanti. All’epoca era la Chiesa, ma non vuole essere, la mia, una condanna alla Chiesa sia chiaro. Quello che intendo dire è molto più ampio e prende in considerazione tutti coloro che oggi Chiesa, Politica, Ordini, Accademie, Magistratura, possono trovarsi in una posizione dominante tale da poter esercitare un potere decisionale sulla vita di tutti noi. Non ho mai creduto che gli uomini di chiesa dell’epoca fossero stupidi o non in grado di vedere la verità, tutt’altro. Forse erano tra i pochi a possedere una cultura sufficiente per farlo. Le teorie copernicane, dimostrate da Galileo attraverso la nuova osservazione scientifica, però contrastavano con la teoria Tolemaica, contrastavano con l’analisi letterale della Bibbia che, scritta su ispirazione divina, non avrebbe potuto contenere falsità ma l’unica e sola verità! Non credo neanche che tutti gli uomini di chiesa dell’epoca pensassero davvero questo ma se si fosse evidenziato che la Bibbia conteneva un errore allora la Bibbia sarebbe stata fallace, non più utilizzabile come fonte assoluta di verità tale da fungere da strumento di valutazione del bene e del male! La verità offerta da Galileo semplice, oggi ovvia e banale, non poteva emergere, non poteva diffondersi, altrimenti la Chiesa avrebbe perso buona parte del proprio “Potere Decisionale” sul resto della popolazione. Questo è il caso lampante di cosa intendiamo per “il Potere dell’Ignoranza al Potere”. Chi rivestiva posizioni dominanti all’epoca non erano ignoranti per mancanza d’informazione. Hanno deciso di ignorare la verità, hanno evitato accuratamente di “guardare nel cannocchiale”, hanno coperto la verità facendo emergere come vero il falso! In fondo “l’uomo della strada” quali strumenti conoscitivi e tecnici poteva avere per valutare da solo cosa fosse realmente vero?  Sotto la falsa veste della tutela c’era chi avrebbe pensato per lui, l’Istituzione in posizione dominante, gli autorevoli, i dotti avrebbero aiutato il popolo a conoscere la verità!? Quelli che, non volendo conoscere per questioni di potere, ho definito “gli ignoranti secondari” sono i più pericolosi perché godono di potere, prestigio, autorevolezza. E non vi sembra che oggi sia così come allora? Non vi sembra che oggi il potere decisionale sia in mano a persone che non vogliono sapere, non vogliono studiare, non vogliono conoscere la verità? La Teoria Copernicana doveva essere considerata necessariamente falsa da chi in quel momento rivestiva un ruolo di potere decisionale, di potere di vita e di morte su tutti gli altri. Ecco che emerge l’ingenuità dello scienziato che, credendo nella ricerca della verità, si è scontrato con l’ignoranza secondaria di chi vuole negare la conoscenza per non perdere il proprio potere temporale. Non vi sembra che stia avvenendo la stessa cosa con questo governo che vuole farci credere che i migranti non sono uguali a noi, sono esseri umani di cui si può anche fare a meno. La verità col tempo verrà a galla, ma col tempo. Anche all’epoca probabilmente sapevano che prima o poi tutto quello sarebbe emerso, che nel corso di anni o secoli l’eredità intellettuale di Copernico e Galileo sarebbe in qualche modo emersa. Non è importante quello che accadrà nel futuro, ciò che importa per chi detiene un potere in determinato momento è che quel potere rimanga tale per una o qualche generazione! Questo esempio potrebbe portare molte persone a credere che stiamo parlando di “altri tempi”, di cose che oggi sono molto diverse. Mi permetto di dire che non è così. Gli “altri tempi” non esistono, esistono soltanto infiniti “qui-e-ora”.

Questa ignoranza occorre combatterla e superarla, è importante il sapere non solo perché ci rende liberi, ma anche perché ci rende responsabili e felici. A me piace mettere in discussione le mie più ferme convinzioni su aspetti “psicologici” di giusto e sbagliato, di vero e falso. Mettere sempre in dubbio la premessa, valutare ciò che c’è a monte di un’affermazione! La libertà deve poter essere una condizione, uno status dell’essere umano e non una concessione. Spesso ci accorgiamo amaramente di non essere liberi quando proviamo a esercitare volontariamente la nostra libertà, quando subiamo ingiustizie, quando vediamo che una ricerca scientifica viene censurata, quando una scoperta viene banalizzata e spazzata via con un colpo di spugna, quando la nostra opinione viene contrastata attraverso azioni che possono ledere davvero e concretamente la nostra vita.

Il “Potere dell’Ignoranza al Potere” non è l’ignoranza che non conosce, è la profonda ignoranza di chi vuole negare la verità, di chi si oppone al cambiamento derivato da nuove conoscenze, di chi ha paura di perdere il proprio ruolo politico-economico. Ed è la sconfitta palese della ricerca della verità e della dimostrazione scientifica. La dimostrazione scientifica è meno potente dell’ignoranza, perché chi vuole ignorare, avendo il potere di farlo, può censurare la verità in favore di un “falso spacciato per vero”. La soluzione esiste e si chiama educazione. E’ necessario che ognuno di noi si rieduchi da solo alla lettura dell’informazione, all’analisi delle nozioni. E’ necessario conoscere perché impariamo a sapere anche distinguere quando c’è un attacco alla nostra libertà, alla nostra intelligenza. Quando c’è assolutismo nelle affermazioni di chi riveste cariche di potere, è il momento che dobbiamo avere paura, che dobbiamo dubitare!

Gerardo Melchionda

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